Esultano le associazioni di cittadinanza Codici Campania, Forum delle Associazioni Antiusura e Coordinamento Napoletano Antiusura, da anni impegnate nella lotta all’usura, costituitesi parte civile nel procedimento che ha visto il rinvio a giudizio per O.R. di 59 anni e il figlio M.R. di 33, entrambi residenti a Ceppaloni, in provincia di Benevento, il primo accusato di usura ed il secondo per averne favorito l’attività di riciclaggio.
La storia
I fatti sono avvenuti tra il 2004 e il 2006: O.R. ha riscosso da due imprenditori, marito e moglie, più di 132mila euro, di cui quasi 30mila a titolo di usura per un prestito. Nello specifico, O.R. ha preteso interessi annui che andavano dal 120% al 160%, fino a quando i coniugi non hanno denunciato tutto. Il figlio, M.R., pur non concorrendo al reato di usura, ha messo a disposizione il conto corrente per riciclare il denaro che il padre incassava. L’associazione Codici Campania ha seguito la vicenda da vicino, costituendosi parte civile al processo, come peraltro anche in altre indagini per usura ed estorsioni. Spiega il segretario regionale di Codici Giuseppe Ambrosio: "E’ necessario stare vicino alle vittime di usura e di racket, far sentire la presenza della società civile e scardinare un sistema di omertà che, di fatto, favorisce questo tipo di reato". Sulla stessa linea Giovanna Lobina, rappresentante di Codici Benevento, che ha aggiunto: "C’è un allarme sociale nel Sannio, che bisogna sottolineare con forza ed evitare di sottovalutare. Codici e le altre associazioni antiusura si sono costituite parte civile anche in altri processi nel beneventano, che vedono coinvolti persino istituti di credito e società finanziarie". Adesso non resta che attendere la prima udienza fissata al prossimo 20 giugno.
Il volontariato lancia l’allarme: "Nel Sannio c’è un crescendo preoccupante del fenomeno".
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