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Un accordo contro l'usura

Siglato l'accordo quadro tra Ministero dell'Interno e Abi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno.


Patto attualizzato

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli, hanno sottoscritto al Viminale l’“Accordo quadro per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura”, che attualizza i contenuti di un precedente strumento pattizio siglato nel 2007, alla luce dei nuovi scenari sociali ed economici e dell’esigenza di adottare strumenti più idonei e misure più efficaci per supportare le famiglie e le imprese in difficoltà o sovra-indebitate. La stipula è frutto della collaborazione tra l’ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il settore bancario, i consorzi di garanzia collettiva-fidi, le fondazioni e le associazioni antiusura.


Il commento del ministro Lamorgese

Nel suo intervento, a conclusione dell'evento, il ministro Lamorgese ha sottolineato "l'assoluta importanza" della stipula che "ha visto la presenza di tutti gli attori fondamentali". "Si tratta di un aggiornamento dell'accordo", ha precisato, in un'ottica dinamica ed evolutiva ed in considerazione della grave crisi innescata dal COVID-19, che costituisce un fattore di rischio aggiuntivo per il possibile espandersi del fenomeno dell'usura. "Dal 2007, quando fu fatto il primo accordo quadro - ha detto il ministro - di cose ne sono cambiate tante. Stiamo uscendo da una pandemia che ha determinato situazioni complicate anche per le famiglie". Per la responsabile del Viminale occorre una "presenza concreta dello Stato" al fine di evitare il rischio che le persone colpite dalle ricadute economiche della pandemia, ove non percepiscano la presenza forte di una rete istituzionale e associativa di sostegno e solidarietà, possano rivolgersi a quel mondo sommerso pronto ad offrire facili e illusorie vie d'uscita ai loro problemi, così infiltrandosi e inquinando il tessuto economico sano, trovando il soddisfacimento delle loro necessità attraverso una sorta di "welfare alternativo". Stessa importanza è attribuita dal ministro al "mondo dell'associazionismo, che tanto ha fatto e tanto ancora potrà fare in futuro nel processo di accompagnamento delle vittime".


L'obiettivo dell'accordo

L’obiettivo del patto sottoscritto, aperto all’adesione di soggetti pubblici e privati, è quello di individuare, di fronte ad un significativo fattore di rischio per l’espandersi del fenomeno dell’usura, ulteriori azioni sinergiche di prevenzione e contrasto alle condotte criminose; favorire il dialogo e la collaborazione, rafforzando tutti i percorsi che facilitano l’accesso al credito legale e le attività di prevenzione mediante l’educazione all’uso responsabile del denaro; incentivare l’attività di informazione agevolando la denuncia di estorsori e usurai anche nella prospettiva dell’accesso al Fondo da parte delle vittime.


Il ruolo di Abi

Vengono riviste le funzioni e la composizione dell’Osservatorio nazionale istituito presso l’ufficio del Commissario straordinario e viene, tra l’altro, affidato all’Abi il compito di promuovere ulteriormente la diffusione, presso le proprie banche associate, della conoscenza dei Fondi per il sostegno alle vittime di usura e per la prevenzione dell’usura, proseguendo il confronto con Confidi, associazioni e fondazioni antiusura, anche sul territorio per il tramite delle commissioni regionali Abi.


I protagonisti della firma

Alla sottoscrizione hanno preso parte, tra gli altri, il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle Iniziative antiracket e antiusura Giovanna Cagliostro, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli, il capo del servizio Rapporti istituzionali di vigilanza della Banca d’Italia Roberto Cercone, l'amministratore delegato di Consap spa Vincenzo Sanasi D'Arpe, il presidente della F.A.I. Luigi Ferrucci, il presidente di S.O.S. Impresa Luigi Cuomo, il presidente della Consulta nazionale antiusura Luciano Gualzetti e il presidente di Fedartfidi-Assoconfidi Fabrizio Campaioli.

Per il ministro Lamorgese è necessaria una presenza concreta dello Stato per contrastare forme di "welfare alternativo".

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