top of page
Cerca

"La consulta antimafia della Provincia di Roma è un fallimento"

Dura presa di posizione del Forum delle associazioni antiusura e del Codici (Centro per i diritti del cittadino) nei confronti del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.


"La Consulta provinciale antimafia si è rivelata fallimentare in partenza. La condivisione di idee annunciata e il confronto tra le parti interessate sono mancati fin da subito. La prospettiva avanzata dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, di avvalersi della Consulta come di uno strumento utile per porre un freno alla criminalità è svanita all’orizzonte e non certo per mancanza di impegno e volontà di alcuni rappresentanti della stessa". Questa è la spiegazione data dal Codici per l'azione intrapresa insieme al Forum delle associazioni antiusura, ovvero quella di abbandonare l’organo antimafia voluto dalla Provincia di Roma. Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici, ha parlato di "disinteresse verso i doveri formali assunti con la Consulta e gli obblighi morali nei confronti dei cittadini".

Alessandra Coppola, presidente del Forum Associazioni Antiusura, ha rincarato la dose rimarcando come "l’appello – a fare qualcosa di concreto all’interno della consulta non è stato colto dalla Provincia".

"L’allarmante denuncia di Codici e del Forum Associazioni Antiusura, che escono dalla Consulta antimafia della Provincia di Roma, squarcia il velo sull’impegno di Nicola Zingaretti in tema di lotta alle mafie e ne mostra il vero volto". Questo è il duro attacco di Marco Bertucci (nella foto qui a fianco), consigliere del Pdl alla Provincia di Roma che così continua: "Una politica di facciata animata soltanto da slogan e tante belle parole. Dietro le iniziative del presidente della Provincia di Roma non c’è nulla, infatti, se non una serie di manovre per ingannare opinione pubblica e cittadini. Come nel caso della fiaccolata organizzata il 19 luglio 2011 – giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta – al Pantheon, fortemente voluta proprio da Zingaretti e nel corso della quale, per assicurarne la riuscita e prenotarsi qualche riga sui giornali, sono stati utilizzati come “comparse” alcuni dipendenti di Palazzo Valentini che lavorano, con contratti ex art. 90, negli uffici della Giunta provinciale. “Comparse” che hanno peraltro rilasciato dichiarazioni su un noto quotidiano della Capitale, spacciandosi come anonimi studenti e impiegati".

"La decisione di Codici e del Forum Associazioni Antiusura - continua Bertucci - è la conferma di una vecchio modo di fare politica basato sulle apparenze e sugli inganni. Si tratta di una delle cose più gravi e inquietanti che si potessero scoprire sull’operato di Zingaretti proprio nel momento in cui questo esponente del Pd sembra deciso a candidarsi a sindaco di Roma. Non va dimenticato che proprio a causa di questa scellerata politica dell’effimero, fu possibile – nel 2005, in pieno mandato Veltroni come sindaco di Roma – da parte di un clan della ‘Ndrangheta di rilevare il Caffè de Paris e la relativa licenza commerciale a via Veneto. È desolante constatare come temi centrali come l’impegno di un rappresentante delle istituzioni nel contrasto dei fenomeni legati alle infiltrazioni della criminalità organizzata si trasformi in una serie di iniziative vuote buone soltanto come vetrina elettorale".


bottom of page