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In aula per la legalità

Una quarantina di condanne per circa 370 anni di carcere. Questa la sentenza del Tribunale di Roma per il processo al clan Gambacurta.

Al fianco delle vittime

In aula, tra le parti civile, c'era anche il Forum delle Associazioni Antiusura, che esprime soddisfazione per la decisione dei giudici. Parliamo di un processo che ha fatto molto discutere, in quanto ha visto protagonista un'organizzazione, il clan Gambacurta, che ha spadroneggiato in un quartiere della capitale, Montespaccato, facendo affari illeciti con un metodo mafioso, tra usura e estorsione. Particolare non secondario, che dimostra la gravità della situazione, i legami portati alla luce dagli inquirenti. Il clan, infatti, non aveva a che fare solo con la criminalità organizzata della capitale, ma aveva anche rapporti con 'ndrangheta e camorra.


Allarme legalità

L'esito del processo dà forza all'azione portata avanti anche dal Forum delle Associazioni Antiusura per difendere e riaffermare la legalità. Al tempo stesso, però, il quadro emerso dal processo ripropone con forza l'allarme che risuona a Roma, e non solo. Le operazioni che portano all'arresto per reati di usura sono sempre più frequenti, complice la crisi economica innescata dall'emergenza Covid19 che spinge privati ed aziende in difficoltà a rivolgersi agli strozzini. A maggior ragione serve uno sforzo per ribadire che la strada della legalità è l'unica valida ed è possibile, ed in questo la vicinanza concreta e fattiva delle istituzioni e delle associazioni acquista un ruolo fondamentale.


Le condanne

I giudici hanno disposto 30 anni per Franco Gambacurta, ritenuto dagli inquirenti a capo dell'organizzazione. Sono 18, invece, gli anni per Massimiliano Gambacurta, 13 quelli per Roberto Gambacurta. Nei confronti degli imputati il pm Francesco Cascini contestava, a seconda delle posizioni, i reati di associazione a delinquere finalizzata a reati di usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni, traffico e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso. Parti civili si erano costituite, fra gli altri, il Comune di Roma, la Regione Lazio, l'Associazione Codici e il Forum delle Associazioni Antiusura.


Contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata a usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni, traffico e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso.
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